PERCHÉ I COSTRUTTORI NON ESEGUONO LA RIMAPPATURA DELLA CENTRALINA IN FABBRICA?
L’epoca in cui un meccanico armeggiava manualmente per potenziare un’auto è ormai lontana. Oggi è cosa nota che la maggior parte delle vetture moderne sia equipaggiata con una serie di chip elettronici, fondamentali per gestire i dati raccolti da innumerevoli sensori e per ottimizzare le prestazioni del motore.
L’installazione di una centralina aggiuntiva o di un dispositivo simile rappresenta proprio un intervento su uno di questi componenti elettronici.
La rimappatura della centralina, conosciuta anche come chip tuning, consiste nel modificare le performance di un motore attraverso una regolazione avanzata, supervisionata dalla centralina macchina. Ma allora perché i produttori lasciano alle aziende specializzate il compito di liberare la potenza nascosta dei motori, volutamente limitata? In certi casi, questa procedura serve a prolungare la durata del motore, oppure a garantire che un veicolo con un motore a quattro cilindri non surclassi uno a sei cilindri in termini di prestazioni.
Compromessi di fabbrica
Sarebbe teoricamente possibile equipaggiare le auto con motori al massimo delle loro capacità già in fabbrica. Tuttavia, i costruttori devono rispettare normative internazionali e condizioni operative che riguardano assicurazioni, qualità del carburante – specialmente per i sistemi common rail diesel – e variazioni climatiche. Questi sono solo alcuni degli aspetti che guidano le scelte produttive. Inoltre, la centralina macchina viene programmata per estendere il più possibile gli intervalli tra le revisioni tecniche.

Di fatto, i produttori trovano un equilibrio, utilizzando software ottimizzati come strategia di mercato. Prendiamo il caso di Mercedes: la distinzione tra una C 200 CDI e una C 220 CDI si riduce a una diversa configurazione elettronica del motore. In verità, anche le fabbriche effettuano una sorta di rimappatura della centralina, mascherandola come un’espansione della gamma di motori disponibili. Un esempio? Il motore diesel VW 2.0 TDI, presente in modelli come VW T5, Skoda Superb, VW Passat CC e Audi A6: pur essendo praticamente identico, offre prestazioni di potenza e coppia sensibilmente diverse.
Spazio per il chip tuning
Va detto che i motori non vengono spinti al loro limite massimo in fabbrica per molteplici ragioni. Tra queste, la necessità di proteggerli da uno stile di guida troppo aggressivo, tipico di alcuni automobilisti, o di adattarli a climi e condizioni operative differenti. Questo lascia ampio spazio alle aziende di chip tuning, che con l’ausilio di strumenti come il box per cavalli colmano con passione queste lacune di potenza.